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Lo sviluppo e la priorità delle competenze digitali e tecniche nel settore assicurativo

Secondo l’indice DESI 2021 l’Italia è decisamente in ritardo rispetto ad altri paesi UE sulle competenze digitali, collocandosi al 25° posto su 27. Tra le persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni solo il 42 % possiede perlomeno competenze digitali di base (56 % nell’Ue) e si ferma al 22% la quota di quelle che dispone di e - skill superiori a quelle di base (31 % nell’Ue). La percentuale di specialisti ICT nel nostro Paese è pari al 3,6 % dell’occupazione totale, ancora al di sotto della media Ue (4,3 %) e solo l’1,3 % dei laureati italiani sceglie questo tipo di percorso. Non va meglio se si considera la formazione aziendale: solo il 15 % delle imprese eroga ai propri dipendenti corsi in materia di ICT, cinque punti percentuali al di sotto della media Ue.  

Per quanto riguarda il mercato assicurativo l’Insurtech è ancora all’inizio della sua curva di espansione: a fine 2021 la quota di polizze assicurative digitali si fermava al 2% sul totale. L’Insurtech italiano è stato finora frenato non solo dalla mancanza d’investimenti di entità paragonabile a quelli di altri Paesi, ma anche dalla carenza di professionalità adeguate, motivo per cui formazione e crescita delle competenze digitali sono premesse fondamentali per accelerare l’innovazione nel nostro Paese.
 

IIA insurancepolicies digital

L’Italian Insurtech Association ha condotto una ricerca su oltre 150 soggetti del settore assicurativo afferenti a 85 aziende fra compagnie ed intermediari per fornire una valutazione su come il comparto si sta approcciando alle necessità di cambiamento professionale che il mercato richiede, se sia stato fatto abbastanza fino ad oggi e che tipo di cambiamenti siano in programma nel prossimo futuro. La ricerca ha inoltre misurato il livello di priorità della creazione di nuove competenze nel settore assicurativo e valutato le dimensioni, gli sforzi e gli investimenti in atto in formazione, ricerca personale e crescita delle competenze. 

Il 45% dei Top Manager italiani considera le competenze tech e digitali della propria azienda sostanzialmente in linea con l’evoluzione di mercato, il 22% poco e il 21% per nulla. Quest’ultima percentuale tra gli intermediari raggiunge addirittura il 61%, e il 54% della categoria si dichiara molto preoccupato per questo gap. 
La priorità di creazione di competenze tech e digital in azienda è molto alta per il 73% dei top manager e una quota simile (75%) ritiene molto o mediamente alta l’importanza dello sviluppo Insurtech della propria organizzazione. Tuttavia, quando si entra nel dettaglio della programmazione di percorsi formativi a supporto della digitalizzazione di dipendenti e agenti, il 22% delle imprese non ha previsto alcun corso, il 34% pochi, e solo meno di una su cinque prevede di erogarne diversi. Rispetto agli anni precedenti inoltre il budget per la formazione rimarrà invariato nella maggior parte dei casi (45%) e solo forse aumenterà nel 27% delle aziende. Eppure, la formazione Tech e Digital viene fortemente auspicata dal 69% degli intermediari e addirittura dall’88% dei dipendenti. 
Emergono approcci differenti anche nella visione del prossimo futuro. Fra i Top Manager solo il 21% crede che il mercato assicurativo cambierà molto nei prossimi 2/3 anni, mentre per la maggior parte (65%) i cambiamenti saranno limitati. Decisamente diversa la prospettiva degli intermediari, il 57% dei quali si aspetta mutamenti importanti del comparto assicurativo nel prossimo triennio. L’origine sarà principalmente proprio la digitalizzazione (45%) seguita dall’evoluzione dei consumatori (26%), dalla concorrenza dei player stranieri (19%) e dalla pandemia (10%). 
 

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Dal confronto emerge complessivamente un disallineamento fra Top Management (la cui confidenza è mediamente in crescita) e dipendenti ed intermediari (confidenza in decrescita). Significa che sono state avviate delle attività, ma che le strutture operative non ne hanno piena visibilità o consapevolezza. Crescono il livello complessivo di sensibilizzazione di tutta la filiera, ovvero la consapevolezza della centralità della rivoluzione tecnologica e dell’Insurtech, e il senso di urgenza nell’adeguare le competenze e la professionalità, anche se ancora non si riscontrano iniziative concrete a sufficienza. In generale si registra un aumento delle priorità ma ancora un sostanziale gap rispetto all’Europa, in particolare in riferimento alla formazione.