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Intelligenza Artificiale: il Programma Strategico 2022-2024

L’Intelligenza Artificiale può essere per l’Italia un fattore di crescita, innovazione e sviluppo. E’ stato presentato nei giorni scorsi il Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale (IA) 2022-2024, frutto del lavoro congiunto del ministero dell’Università e della ricerca, del ministero dello Sviluppo economico e del ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale. Un Programma composto da 24 linee di intervento o politiche, da implementare in tre anni, basato su tre pilastri: ricerca, competenze e applicazioni per imprese e Pubblica Amministrazione (PA). 

Cinque i principi guida individuati in sintonia con la Strategia europea: 
•    l’IA italiana è un’IA europea
•    l’Italia sarà un polo globale di ricerca e innovazione dell’IA
•    l’IA italiana sarà antropocentrica, affidabile e sostenibile
•    le aziende italiane diventeranno leader nella ricerca, nello sviluppo e nell’innovazione di IA
•    le PA governeranno l’IA e governeranno con l’IA.

I primi due pilastri sono particolarmente importanti, dal momento che l’Italia sconta una mancanza di ricercatori. A beneficio di questi il Governo ha lanciato nel 2021 il Dottorato Nazionale in “Intelligenza Artificiale” (PhD-AI.it), uno dei più grandi e ambiziosi progetti in questo ambito a livello mondiale. Il Programma, che coinvolge oltre 50 università, tre enti pubblici di ricerca e tre organizzazioni di ricerca, ha come obiettivi formare ricercatori, innovatori e professionisti, favorire le collaborazioni tra università, ricerca, industria e amministrazione pubblica, e far nascere nuove cattedre di ricerca dedicate. Punta inoltre ad incentivare il rientro in Italia di professionisti del settore, a finanziare piattaforme per la condivisione di dati e software a livello nazionale. 

Obiettivi sfidanti, considerando che attualmente l’Italia spende in ricerca solo l’1,45% del proprio PIL, contro il 3,27% della Germania e il 2,19% della Francia. In valore assoluto, il nostro Paese investe 25,9 miliardi di euro l’anno, contro i 109,5 della Germania e i 53,1 della Francia, e impiega un personale di appena 5.150 unità, contro le 8.500 della Germania e le quasi 7.000 della Francia. Nello specifico, in Italia si contano 739 ricercatori nel campo dell’IA, contro i 2.755 della Francia e i 2.660 della Germania, anche se in compenso i nostri ricercatori hanno la migliore produttività media, con un punteggio di 4,57 che supera abbondantemente i 2 punti della Germania e l’1,22 della Francia.

Il Programma parla poi di applicazioni, prevedendone 5 per il settore delle imprese e 6 per la Pubblica Amministrazione. A livello aziendale, propone di fare dell’IA un pilastro a supporto della Transizione 4.0, di sostenere la crescita di spinoff e startup innovative, di promuovere il go-to-market delle soluzioni IA, di supportare le imprese nella certificazione dei prodotti IA e di attivare campagne di informazione. Per la Pubblica Amministrazione le applicazioni saranno invece mirate a promuovere la condivisione dei dati e l’interoperabilità, rafforzare l’impiego di soluzioni IA nella PA e nell’ecosistema GovTech nazionale, creare un dataset comune in lingua italiana e banche dati e analisi basate sull’IA per il miglioramento della qualità dei servizi, strutturare banche dati IA/computer vision.

Per garantire un’efficace governance, monitorare lo stato di attuazione della strategia e coordinare tutte le iniziative di governo sul tema, è stato inoltre creato un gruppo di lavoro permanente sull’IA all’interno del Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale.