Homepage Main navigation Main content Footer

Come sarà la mobilità del futuro?

EY e IIA (Italian Insurtech Association) hanno analizzato le principali tecnologie per la mobilità in corso di sperimentazione, usandole come punto di partenza per comprendere – tramite un sondaggio – quali di queste nel 2031 saranno parte della quotidianità. 

Micro-mobilità tascabile 

La micro-mobilità nasce all’interno delle città per coprire spostamenti brevi con mezzi leggeri e meno inquinanti rispetto al trasporto tradizionale sia pubblico che privato. Tra questi, i più conosciuti sono e-bike e monopattini elettrici, ma fanno parte della categoria anche segway, monowheel e hoverboard. Un’indagine dell’Arval Mobility Observatory rivela che, sebbene l’automobile resti il mezzo di trasporto preferito, la micro-mobilità diventa una prospettiva estremamente interessante per l’affidabilità, la convenienza economica e l’autonomia negli spostamenti, considerata il driver principale nella scelta per ben il 57% dei rispondenti. Il principale freno all’acquisto è invece il rischio di furto, fattore che ha spinto i produttori a proporre veicoli sempre più leggeri, ripiegabili, facilmente trasportabili. Si giocherà su questo secondo IIA la competitività del mercato. 

Drone-taxi 

Tecnicamente noti con il nome UAV (Unmanned Aerial Vehicle) o veicoli aerei senza pilota, si tratta di droni adibiti al trasporto di passeggeri che supportano sistemi di intelligenza artificiale e geolocalizzazione per la guida autonoma simili alle auto, ma con atterraggio e decollo verticali. Alla corsa per la progettazione e messa in produzione di questi veicoli stanno partecipando compagnie come Boeing, Airbus, Hyundai, Toyota e Uber, e alcune startup come Lilium. Proprio quest’ultima ha dichiarato come uno dei prossimi obiettivi sia proporre un trasporto passeggeri da Manhattan all’aeroporto JFK e ritorno con i suoi droni-taxi in 6 minuti per un costo di 70 dollari – un prezzo assolutamente concorrenziale rispetto alle soluzioni tradizionali.

Se la tecnologia dei mezzi mostra un buon grado di maturazione, sono ancora da affrontare questioni come gli aspetti infrastrutturali e le regole di viabilità urbana. 

Veicoli completamente autonomi 

Quando si parla di “veicolo autonomo” si fa riferimento ad un veicolo con un sistema che sostituisce, in misura variabile a seconda delle tecnologie installate, un conducente umano. Più nello specifico, lo standard internazionale del SAE distingue 6 livelli per la guida automatica in base a quanto il guidatore debba intervenire (dal livello 0 in cui il sistema si limita ad informare il conducente di eventuali pericoli ma non assume mai il controllo, al livello 5 in cui l’intervento umano – così come il volante - non sono affatto previsti).

Al momento, ad eccezione del Nevada in cui Google è intervenuto con le sperimentazioni di Waymo, la circolazione di mezzi di questo tipo non è stata ancora regolamentata per mancanza di leggi specifiche e consenso su temi di protezione assicurativa e responsabilità civile e penale.

Oltre ad alcune problematiche di tipo etico, un punto di riflessione sarà relativo all’iperconnessione dei mezzi di trasporto, che pone una complessità significativa in termini di rispetto della privacy dei passeggeri e vulnerabilità ad attacchi cyber. Sebbene queste incertezze rendano molto difficile fare previsioni affidabili, secondo le analisi di Statista nel 2030 il parco auto a livello globale potrebbe vedere un veicolo autonomo su 10.

Smart Cities interconnesse 

Con “smart city” si intende una città alla cui base c’è un ripensamento omnicomprensivo del concetto urbanistico, dalla mobilità alle infrastrutture. La tecnologia dominante è l’Internet of Things che rende per l’appunto “intelligenti” gli oggetti interconnessi tra loro, cioè in grado di rilevare cambiamenti nell’ambiente circostante e agire di conseguenza. Un esempio classico è il monitoraggio del traffico cittadino e dell’occupazione dei parcheggi, fino alla gestione autonoma della flotta di trasporto pubblico. 

Shenzhen, Dubai e Singapore sono esempi di questa evoluzione, e specialmente quest’ultima ha avviato un programma di “Smart Nation” già nel 2014 per l’installazione di sensori intelligenti in tutta la città, in grado di acquisire dati sulla vivibilità urbana come il grado di pulizia di una certa area e la quantità di persone che partecipano ad un evento. In Italia, Firenze, Roma, Milano e Torino hanno avviato progetti per la trasformazione in Smart City, focalizzati soprattutto sulla mobilità. 

Hyperloop 

La sperimentazione nell’ambito dell’altissima velocità da terra oggi è dominata dalla tecnologia Hyperloop, un progetto open source che sta portando avanti in tutto il mondo sperimentazioni basate su treni a levitazione magnetica in tunnel sottovuoto. L’obiettivo di Virgin Hyperloop, una delle più promettenti aziende in questo campo, è di lanciare l’operatività commerciale proprio nel 2030: la tecnologia è abbastanza matura da aver superato brillantemente più di 400 test di sicurezza, tra cui il primo con passeggeri in Nevada già a novembre 2020.

Hyperloop, che consente di viaggiare a oltre 1000 km/h, ha le potenzialità per rivoluzionare il concetto di trasporto su lunghe distanze e di conseguenza il modo di vivere e di lavorare di milioni di persone nel mondo.

Turismo spaziale

Dagli albori dell’esplorazione dello spazio negli anni ’50, oggi alcune aziende visionarie come Virgin Galactic, SpaceX e Blue Origin hanno aperto al pubblico la possibilità di partire in viaggi sub-orbitali e orbitali, anche se i prezzi milionari li rendono ancora di fatto inaccessibili al 99.9% delle persone.

In ogni caso, lo sforzo comune va verso una razionalizzazione e democratizzazione dei costi per rendere questa possibilità a portata di un pubblico più esteso possibile (secondo alcune fonti, si potrebbe arrivare ad acquistare un biglietto per “soli” 100 mila dollari nel 2030). Un obiettivo condiviso da diversi paesi, USA e Russia in primis, in una corsa alla Space Economy con più attori in gioco. 

Il sondaggio di IIA e EY

L’aspetto che avrà la mobilità del futuro è tracciato in modo piuttosto chiaro dai partecipanti alla survey: le tecnologie che plausibilmente domineranno il panorama degli spostamenti privati saranno in primo luogo le Smart Cities e i veicoli completamente autonomi. Meno probabile sarà vedere Air Taxi viaggiare comunemente nelle città e dispositivi tascabili per la micro-mobilità, mentre solo una piccola percentuale scommetterebbe sulla diffusione in larga scala dei viaggi spaziali e degli spostamenti in Hyperloop già nel 2031. 

In merito alla sicurezza informatica, i rispondenti sono unanimamente concordi nel sottolinearla come questione chiave, tanto che già oggi il 50% stima e mitiga il rischio cyber dei prodotti già nelle fasi di design e implementazione. Nello specifico, le aree più a rischio sono le vulnerabilità legate alle interfacce di connessione dei veicoli elettrici (porte USB, bluethoot, wifi, etc) per il 44,4%, il rischio di dirottamento o furto di veicoli a guida autonoma (29,6%) e di violazione della privacy legata al tracciamento degli spostamenti (25,9%).