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Boom degli investimenti nelle Startup hi-tech italiane nel 2021

Nel 2021 gli investimenti in Equity di Startup hi-tech in Italia hanno raggiunto i 1.461 milioni di euro, più del doppio (+118%) rispetto al 2020 (669 milioni di euro). 

Questo risultato riportato dall’Osservatorio Startup hi-tech del Politecnico di Milano rappresenta un passaggio significativo per il nostro ecosistema, che supera la soglia rappresentativa del miliardo di euro di investimenti annui, mostrando  peraltro una crescita annua senza precedenti (addirittura superiore al balzo significativo  osservato tra il 2017 e il 2018). Il dato segna inoltre la forte ripresa dell’ecosistema a seguito della crisi Covid-19, ripresa supportata dalla recente iniezione di ulteriori 2 miliardi di euro al Fondo Nazionale Innovazione, che si vanno ad aggiungere agli 1,3 miliardi già allocati in passato.

Sarà interessante monitorare nel corso dei  prossimi anni l’evoluzione del portfolio dell’FNI, soprattutto alla luce delle nuove risorse stanziate per le sue attività e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che avrà  un orizzonte temporale ben definito (2021-2026), osservando così se la strategia messa  in atto andrà a perseguire uno sviluppo dell’ecosistema maggiormente orizzontale o  verticale - vale a dire se mirato al promuovere la nascita di un elevato numero di startup - oppure il supporto a una più ristretta platea di realtà aventi già riscosso una validazione da  parte del mercato e orientate verso la fase di crescita o addirittura scaling.

Il risultato del 2021 è frutto della combinazione di tre elementi. 

In primis gli investimenti da parte di attori formali, tra i quali i fondi di Venture Capital  (VC) indipendenti, i fondi di Corporate Venture Capital (CVC) aziendali e il Governmental  Venture Capital (GVC) o Finanziarie Regionali. Questi attori confermano confermano il loro tradizionale ruolo di guida  per l’intero ecosistema, registrando un’importante crescita di circa il 96%, passando dai 294 milioni del 2020 ai 576 milioni del 2021. Il trend conferma il ruolo strutturale assunto dal comparto formale, che se nel 2020 aveva garantito la tenuta dell’ecosistema, nel  2021 si è trasformato in un vero e proprio “motore” della ripartenza.

In secondo luogo, gli investimenti effettuati da attori informali, che includono Venture Incubator, Family  Office, Club Deal, Angel Network, Independent Business Angel, piattaforme di Equity  Crowdfunding e aziende non dotate di fondo strutturato di CVC. I finanziamenti provenienti da queste organizzazioni rappresentano la seconda componente che determina il valore complessivo, e registrano a loro volta una crescita del 83%, passando dai 245 milioni di € del 2020  ai 449 milioni di € del 2021. Tale incremento rispecchia il trend di crescita dell’ecosistema  e conferma la forte rilevanza del comparto informale per il tessuto imprenditoriale italiano,  giocando anch’esso un ruolo di guida al fianco del comparto formale nella ripresa dell’ecosistema. Risulta interessante notare come il segmento dell’Equity Crowdfunding continui la sua crescita, passando dai 101 milioni di consuntivo 2020 ai 130 milioni di euro di preconsuntivo 2021 (+28%). 

La terza ed ultima componente dei finanziamenti internazionali determina in maniera  significativa il raddoppio degli investimenti nel 2021, passando da circa 130 milioni di  euro del 2020 agli oltre di 435 milioni di euro di quest’anno, portando così una componente che lo scorso anno registrò una forte contrazione a un vero e proprio exploit, con  un valore più che triplicato, che ritorna a costituire circa un terzo dell’intero ecosistema,  come avvenuto nel 2019. A questo proposito, dei 27 round in cui sono coinvolti investitori internazionali, è interessante osservare come ben 18 abbiano visto la contemporanea  presenza di investitori italiani e internazionali, per un totale di investimento pari a 475  milioni di euro. Tale dato suggerisce come le startup possano essere un veicolo rilevante  nell’attrazione di capitali nel nostro Paese e nella creazione di collaborazioni e sinergie tra  realtà italiane e rilevanti attori esteri, un tema storicamente sul tavolo delle istituzioni che  sembra aver trovato finalmente un riscontro. La possibilità di fare leva sull’esperienza di  partner nazionali maggiormente abituati ad operare sul territorio (ad esempio in termini  di regolamentazioni vigenti) può essere un fattore determinante per investitori stranieri  interessati ad investire nelle promettenti realtà presenti sul suolo italiano, un elemen-  to da poter sempre più promuovere alla ricerca di un maggior coinvolgimento di attori  internazionali nel nostro Paese.